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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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The Chemical Brothers: Free Yourself
1984: un giovane Arnold Schwarzenegger svela la sua vera identità di futuro governatore del Texas sul set di ‘Terminator’

The Chemical Brothers
Free Yourself

Gente che balla con una grazia che renderebbe orgoglioso Alberto Camerini. #RocknRollRobot

In un panorama elettronico in cui, musicalmente, la forbice si sta allargando a dismisura, lasciando in mezzo soltanto residui di stoffa tagliuzzata (da un lato il cosiddetto “maximalism” che ormai è appannaggio quasi esclusivo del mainstream più becero, dall’altro un certo IDM la cui componente “I-ntellingent” va sempre più a nascondersi dietro astrusità acustiche e rumorismi respingenti), i poveri Fratelli Chimici sono rimasti tra i pochi capaci di galleggiare in quel limbo in cui ricerca sonora e stadi pieni di gente invasata non necessariamente fanno a cazzotti.

Dopo vent’anni passati a premere i bottoni giusti per ridefinire lo standard qualitativo di un certo tipo di EDM “riempi-festival”, Ed Simons e Tom Rowlands hanno un po’ allentato la presa, almeno in termini di produzioni originali. Se escludiamo il reperto archeologico tirato fuori da Beth Orton qualche mese fa, infatti, dobbiamo risalire a quel C-h-e-m-i-c-a-l del 2016 per trovare un singolo inedito e all’anno prima se cerchiamo un album intero.

↦ Leggi anche:
Beth Orton & The Chemical Brothers: I Never Asked to Be your Mountain

Bisogna ammettere anche che, da un po’ di tempo a questa parte, i due stanno andando avanti più di mestiere e di rendita che grazie a effettivi sforzi creativi, eppure contemporaneamente riconoscere che, se il livello dei pezzi rimane questo, delle due l’una: o in giro la situazione dei competitor è drammaticamente disagiata, oppure la complessità dell’algoritmo di “machine-learning” del loro pilota automatico ha ormai raggiunto i confini della fantascienza più ottimista.

Naturale, quindi, che l’attenzione e la cura dei particolari si sia spostata sempre più sui video. Free Yourself, in questo senso, aggiunge i suoi due centesimi al dibattito, grazie all’ennesima collaborazione con Dom&Nic e, soprattutto, con la loro crew di nerd degli effetti speciali.

L’idea sarebbe quella di una specie di black comedy che allenti un minimo la tensione riguardo a un argomento particolarmente sentito nella società odierna (il rapporto “Humans vs. Robots” e il terrore crescente che le macchine ci rubino, in un futuro più o meno prossimo, il lavoro – «JOBS, NOT BOTS!»), con tanto di “easter egg” che vorrebbe lasciarci la speranza che la convivenza uomo-droide possa essere più felice di quello che si immagina.

A quanto pare, però, nessuno ha valutato la cosa secondo un dovuto ribaltamento di prospettiva, ovvero considerando la pessima influenza che questa “liaison” potrebbe avere sui robot, e come noi rischiamo di contaminare i loro organismi sintetici potenzialmente perfetti.

Nel senso, mettersi a ballare in maniera così tamarra non si addice a nessuna intelligenza artificiale degna di questo nome.

The Chemical Brothers 

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