Da Manchester a Los Angeles, passando dalla Spagna, per cambiare pelle.
Ce li ricordavamo sicuramente più allegrotti. Arrivato al nuovo Black Light, il sound del duo inglese risulta decisamente “diverso ” (il viaggio electro-indie dei Ting Tings era iniziato dieci anni fa, col successo fulmineo di We Started Nothing e delle relative hit Great DJ e That’s Not My Name).
In Estranged la voce di Katie White esordisce con un tono sentimentale, su un pattern che sembra richiamare Jenny Hval e tutto il filone di un certo art pop più colto. La linea vocale, però, è subito accattivante e ci ritroviamo quindi in un territorio piacevolmente ammaliante (seppur più oscuro).
Il crescendo elettronico e l’avvento di Julian De Martino alla batteria trascinano il pezzo verso lidi da dancefloor di Manchester. Qualcosa è cambiato, ma i conti tornano alla perfezione (specie dopo che il break finale tracima nell’alternative rock più sporco e viscerale).
Sarà stata l’aria di Los Angeles, dove è stata composta e registrata parte del disco… (altrimenti concepito in Spagna). O, forse, il tutto fa parte di un passaggio naturale per una band che, dopo aver venduto quel che c’era da vendere, ha deciso di maturare ulteriormente.