Storie di SOIA e cervelli cattivi.
Parlando di nuova musica dei Sick Of It All, bisogna ricordarsi che il gruppo hardcore di New York è in giro dal 1986 e che il nuovo Wake the Sleeping Dragon è il dodicesimo disco nel loro curriculum: una carriera solida e che li ha incoronati padrini del NYHC, anche in virtù di una formazione immutata da venticinque anni.
Gente che sa molto bene ciò che vuole dalla propria musica e che, con il tempo, ha capito che i suoi ascoltatori non sono alla ricerca di troppe sperimentazioni o grosse deviazioni dal percorso abituale.
Aspettarsi qualcosa di “fresco”, quindi, è irrealistico; è però doveroso prepararsi per un calcio sui denti, un attacco frontale e un pizzico di melodia. In questo i SOIA sono dei maestri. E se ci si aggiunge il tocco nostalgico del testo – che è un tributo ai Bad Brains: quando Lou Koller canta di Earl (Hudson), Darryl (Jenifer), Dr. Know ed H.R., sta parlando proprio di loro: i leggendari ragazzi neri di Washington, D.C., che lo ispirarono a urlare in un microfono – That Crazy… si candida subito a “classico moderno” della band.
C’è anche lo spazio per una sorta di “confessione” (tutt’altro che sconvolgente, invero): a fine anni ‘70, i giovani e futuri SOIA ascoltavano anche reggae & dub. Vi immaginate se i fratelli Koller avessero preso una strada diversa, fondando i “Love For It All”?!