Metti, una sera a cena Glen Miller e Burzum.
Rame, zinco, piombo, stagno, nickel e ferro: li metti tutti insieme e hai l’ottone (pesante) che, come ogni metallo, ha una capacità protettiva contro la stregoneria. Ma l’esoterismo spinto è solo una delle accezioni per il nome di questa metal band originale – e pure Italiana.
Gli Ottone Pesante ripropongono l’annosa questione se sia necessaria la chitarra distorta per fare metal o magari basti il benjo o il clavicembalo o quello che è, e che tutto stia nell‘“attitudine”.
In realtà i fiati hanno già fatto il loro porco dovere nella storia dell’hard rock, grazie a un luminare della produzione come Bob Ezrin (che inserì gli ottoni per rendere più corposo il suono distorto del miglior Alice Cooper). E non sorprende che, dal vivo, il gruppo di Faenza risulti così poderoso, nonostante gli accordi da big band jazz al posto dei marshall saturasassi.
La batteria pesta a mille e un po’ per i cazzi suoi, come vuole l’etilica scuola Darkthrone, mentre i fiati sparano fiamme e armonie degne di un Michael Nyman dopo una pessima giornata dal dentista. Il video è al limite dell’amatoriale e, per certi versi, sembra un mix tra I Frati Rossi di Gianni Martucci e la serie dei morti che non ci vedono tanto bene di Amando De Ossorio.
In ogni caso, quando vediamo il fuoco uscire dagli strumenti ci esaltiamo: è proprio con queste puttanate che il r’n’r finisce per avere sempre ragione.