Primo disco solista per la chitarrista di Alice Cooper: assoli moderni per un progetto “vecchia scuola”.
Nita Strauss è una gran lavoratrice, prima ancora che una gran chitarrista. Come ha spiegato mesi fa in una lunga intervista con Chris Jericho, la sua filosofia di vita è: «Se sei in anticipo, sei puntuale. Se sei puntuale, sei in ritardo. Se sei in ritardo, sei licenziata».
Non si capisce, però, quali siano le tempistiche del suo solo-album (totalmente indipendente) annunciato da qualche tempo. Un disco solista vecchia scuola, come nemmeno Slash ha mai avuto il coraggio di fare: unicamente assoli di chitarra, con gli altri strumenti come accompagnamento e senza parti vocali. Niente amici famosi a prestare la loro ugola, niente Alice Cooper – il suo principale “datore di lavoro” – a sbucare da qualche parte.
Il problema principale di questo pezzo è il mix audio totalmente sballato: ci si aspetta che la sei-corde sia protagonista e, invece, sembra che la batteria abbia spesso il sopravvento, arrivando anche a distrarre l’attenzione quando, al minuto 2:40, parte un rullante che forse vuole essere un omaggio a One dei Metallica, ma che puzza di “furto” fin troppo spudorato.
Peccato, perché la canzone non è male, ha delle accelerazioni potenti e dei cambi di tono notevoli. Ma, mixata in questo modo, sembra semplicemente attendere l’arrivo di qualcuno che ci canti su qualcosa, spiegando perché dovrebbe fare da colonna sonora alla “nostra ora più disperata”.