Poche parole, ma buone.
J Mascis incarna da sempre l’ala cartoonesca del rock.
Barbuto, occhialuto, pare sveglio da due minuti, parla di rado e solo quando c’è da dire cose di un certo peso.
Nella realtà, in effetti, è più probabile riuscire a costruire con lui uno straccio di conversazione su pedali, riverberi e skate che sperare di estrapolare parole di circostanza.
Il motivo è semplice: quel che ha da dire lo mette nelle canzoni. Lo fanno in tanti, certo. Ma, da qualche anno, quest’ovvietà è ancor più evidente. Da quando, cioè, da leader di una band il cui ruolo primario era, ed è, produrre rumore ordinatamente distorto (Dinosaur Jr.), J si è trasformato in singer songwriter “mellow-yellow”.
Il 9 novembre esce su Sub Pop il suo terzo album solista, Elastic Days, anticipato da due teneri singoli, See You at the Movies e il nuovo Everything She Said. Un lavoro inciso per intero nel suo studio Bisquiteen di Amherst, Massachussets, e in cui ha suonato gran parte degli strumenti, avvalendosi però di alcuni ospiti – tra cui Pall Jenkins dei Black Heart Procession.
L’essenzialità di J, nonché il suo palese disinteresse a sperimentare qualsiasi cosa vada oltre l’onorato formato chitarra-basso-batteria, è un marchio di fabbrica che, in pezzi come questo, non ti fanno desiderare altro.