L’Indian folk metal ti aiuta a sconfiggere la depressione.
Direttamente nel cuore delle foreste di Nonno Sandokan, rinasce l’heavy metal nella sua essenza corroborante e socialmente utile (?). Merito del duo Bloodywood (aiutati da Raoul Kerr), che sembrano i P.O.D. passati in padella da un regista legionario di Bollywood (appunto).
Il messaggio positivo si trova alla fine del video. L’iniziativa Indian Folk Metal – ma può anche essere Indian Street Metal: a seconda della location cambia la formula ma non lo stile trascendente – è collegata a un servizio di aiuto per chi soffre di depressione o ha pensieri suicidi: Hope Therapy. Questo se la canzone non dovesse bastare, ovvio (ma già da sola offre una bella spinta cardiaca).
Il metal è energia, rabbia, voglia di tornare a lottare ed emergere dalle tenebre verso la luce. Qui non ci sono atteggiamenti nichilisti sbugiardati dalle telecamere a circuito chiuso di qualche autogrill; questi sono “solo” bravi ragazzi indiani (polistrumentisti) che rispettano la natura e sognano un mondo migliore.
Potremmo definirlo metal spirituale “sporcato” di hip hop ed echi alla Linkin Park. In ogni caso sarebbe stato bello se nel video fosse apparsa all’improvviso una maestosa tigre – tanto per rispondere ai lupi behemothiani – e questi giovani tormentati, al cospetto della regina della foresta, avessero addolcita la sua minacciosa postura con la bombastica potenza del ritornello orientaleggiante.