I satanassi polacchi procedono sulla via sinistra del blackaeton.
I Behemoth tornano all’ortodossia. Il videoclip con il lupo, la foresta e una donna insanguinata sembrano l’ABC del satanismo blackaeton. Il brano è allo stesso modo un recupero dell’essenza rabbiosa e oscura delle origini; niente fronzoli, noi siamo “evil ones”. Purtroppo il video distrae dalla canzone e la canzone dal video: alla fine non si capisce bene che cosa si sia visto e sentito. Consigliabile una doppia visione; la prima senza audio, la seconda senza video.
I lupi siberiani sembrano la cosa più sola e autarchica del mondo, anche se oggi la Siberia è una terra molto più lieta e ospitale dei tempi Staliniani e i lupi hanno guadagnato uno status pacioccone che stride con la ferocia predatoria di questo bestione aggressorum. Più che una dichiarazione d’amore all’austera e nobile figura del nemico di Cappuccetto, qui lo si denigra.
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Il video è abbastanza mediocre, suvvia. Montato con una certa blandizia, girato in modo grossolano, sembra l’abbiano scritto dopo averlo realizzato. C’è l’essenza crucis dei Behemoth attuali: vorrebbero essere crudeli e indigesti, ma alla fine non ce la possono fare. La donna che è aggredita e sembra poi divorata dal lupo cattivo, nelle ultime inquadrature si rivela ancora viva. Il lupo non c’è più e anche la giornata si sta defilando oltre le montagne.
(e lei deve pure fare la cena – che cosa dirà suo marito?)