La rivoluzione è terminata; è rimasto un gioco elegante, divertente e acido.
Come sempre, nella musica come nella vita, è una questione di aspettative. Se fai partire il pezzo e quel che vorresti è una gioia immensa che cancelli tutto ciò che c’era prima e riveli cose che non avevi mai notato, allora si potrebbe aspettare anche all’infinito.
Pochi sono i rivoluzionari, anche oggi. Aphex Twin lo è stato (per alcuni no: lo sappiamo, lo sappiamo…), ma ora non lo è più.
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La domanda è: ha senso fare ancora questi ragionamenti? Non basterebbe prendere Richard D. James e goderselo per quel che è, e cioè puro, giocoso divertimento sonico?
T69 Collapse – incredibile! Un titolo intellegibile! – sta in quella parte della produzione del Nostro maggiormente dedita alla cura del versante ritmico, dove l’atmosfera tra l’acido e il sognante sopra i pattern crea un soffice contrasto con i tanti dettagli a livello di beat sintetico.
Le cose belle: il video accelerazionista/psichedelico, la parte centrale quasi techno/gabber e la sezione finale simile alla prima, ma con velocità modificata. Lo ripetiamo: se alcuni pensano che da gente così debba ancora arrivare roba straniante e/o sovversiva, tipo gli insuperabili Autechre, allora non troverà soddisfazione qui.
Se invece ci si vuole godere il momento, Aphex Twin offre sempre un pacchetto vincente. Un gran bel divertimento, con il ghigno malefico sul viso.