Iniziamo a notare che il metal diminuisce di pelo.
Fino a qualche tempo fa nel metal bisognava parlare non solo di headbangin’, ma anche di beardbangin’. Gli Omnium Gatherum – vi concedo cinque minuti per tentare di memorizzare il loro nome, ma tanto non ce la farete – si presentano con una buona scorta pilifera, ma senza eccessivi hipsterismi. Il cantante, per dire, è sbarbato e con i capelli raccolti sulla nuca; una grande dichiarazione di personalità, ma anche il resto dei musicisti hanno quasi tutti buoni e continuativi rapporti con la Gillette. Qualcosa sta cambiando!
La band è finlandese e forse l’origine etnica spiega il gusto particolare che ha nel mescolare insieme l’estremismo dei Deicide e Flashdance. Di sicuro non c’è un gruppo migliore se volete allenarvi in palestra e pensare al decadimento sociale, la putrefazione dei sentimenti e l’incomunicabilità moderna.
Gli Omnium Gahterum – vi concedo altri cinque minuti, ma tanto è inutile – sono tra le realtà più sottovalutate dell’intero panorama metal europeo. Non meriterebbero la cima delle classifiche, ma è innegabile la loro capacità di scuotere l’emotività dei più burberi topparoli in circolazione. Cosa rara e decisamente preziosa, in tempi ove la maggioranza dei gruppi si limita a “interpretare il metal” e non a crearne di nuovo.
Il video non ha grandi peculiarità. È minimalismo borchiato: il gruppo suona e suona e suona e scapoccia e scapoccia e scapoccia. C’è del fumo, parecchio, al punto che si ipotizza che il container in cui il gruppo si dimena si trovi nei pressi di una zona boschiva dove sgorga qualche buona fonte sulfurea. Il regista è Jaakko Mäntymaa (e da qui dovreste capire perché gli Omnium Gatherum credano che chiamarsi così possa restare facilmente impresso nella mente del pubblico), mentre il responsabile di tutto quel fumo è Olli Liukkonen. Potete prendervela con lui, se si finisce per non vedere quasi più nulla.