Street fighting years.
Heaven and Earth è già candidato come uno dei dischi più interessanti del 2018. Niente di così strano, data l’evoluzione artistica di uno dei sassofonisti più eclettici e stravaganti degli ultimi anni (non solo per come si agghinda).
Naturalmente si sta parlando di un percorso e di un “prodotto” che viene fagocitato da consumatori altrettanto eclettici. Dopotutto, Washington esce per Young Turks, etichetta britannica che vede come compagni XX, FKA twigs e Sampha (solo per citarne alcuni). Quindi, in un certo senso, l’ascolto di John Coltrane, Thelonius Monk o Miles Davis non è obbligatorio per ascoltare e comprendere il musicista losangelino, classe 1981.
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La nuova Street Fighter Mas ha dalla sua un immaginario sonoro e visivo che confluisce verso le attuali tendenze hipster, a vari livelli. Le immagini di Ryu, Blanka e Ken (eroi digitali di una generazione di ex ragazzini), un edificio che riprende le oniriche rappresentazioni televisive di Leftovers o addirittura degli ultimi Soprano, l’attitudine da divo jazz di Kamasi… “Strutture” gagliarde e accattivanti di sicuro appeal e piacevole fruizione, pur senza quel sperimentalismo che ruotava quasi sempre attorno Washington e che qui sembra defilarsi a favore di qualcosa più diretto e immediato.
E se il sax tenore si setta su pattern electro-pop di sicuro effetto radiofonico, non si può che affermare che il melting pot generale tra musica, pubblico, marketing e gusto compositivo sia qui tra i suoi punti più riusciti. Piaccia o no, il buon Kamasi e la sua “compagnia” ci sanno proprio fare in questo ambiente. E vincono facilmente il round.