Un rapper-cantautore “delle montagne” va al mare in trasferta per inseguire una donna. Sperando di non bruciarsi come Icaro…
Doro Gjat è un rapper orgogliosamente friulano: non si è mai trasferito nelle grandi città dell’hip hop (neanche quando raggiunse il successo con i Carnicats), e i suoi testi sono intrisi delle atmosfere montane delle Alpi Carniche.
È strano, quindi, vederlo in un video che offre ampi scorci di mare, ma il motivo è subito spiegato nella barra «E la rincorro lungo le autostrade / Che oggi per caso ci portano al mare / E a quanto pare mi sento Icaro / Se nel mio piccolo imparo a volare e mi spingo nel blu». Una donna, quindi. Come sempre.
Doro Gjat ha (di poco) anticipato tutto il filone dei rapper-cantautori che al momento sta tirando tanto, lanciandosi in una carriera solista che merita attenzione anche per la genuinità dei testi: niente pistole, niente soldi – piuttosto, montagne, tanti sogni e donne irraggiungibili da inseguire al mare, ma che ci bruceranno come Icaro, con un lieto fine non scontato.
Il beatmaker Kappah, in collaborazione con il chitarrista Giacomo “Sanchez” Santini, ha trovato una base quasi-indie che trasmetta le vibrazioni positive che permeano quasi tutti i brani di Doro.
Chiamarlo “pezzo estivo”, prossimo al tormentone, è decisamente troppo. Ma per qualche minuto di relax, e per invogliarci a scoprire perché il titolo completo di questa canzone è Icaro (Blu pt. 2), basta premere “play” e poi esplorare le metriche e la cadenza di chi viene dai “confini dell’impero hip hop italiano”.