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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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The Carters: Apeshit
I giocondi

Casa Vianello in salsa hip hop.

Siete di quelli che, abbruttiti dalla fatica della vita quotidiana, ascoltano hip hop per dare voce a un bisogno di riscatto? Oppure ascoltate pop e basta (il che, nel 2018, non fa questa grossa differenza)?

In ogni caso, sarete felici di sapere che a casa di Jay-Z e della moglie Beyoncé, riuniti anche in matrimonio artistico a nome The Carters, tutto è amore (comprese due o tre paia di corna, al tempo finite sulle pagine dei tabloid di mezzo mondo).

Everything Is Love, infatti, è il titolo del loro album di prossima uscita, anticipato da questo brano – il cui video è stato girato al Louvre di Parigi. Per capire cosa c’entrino i “bling bling” con la Gioconda bisogna guardare attentamente il filmato, consacrato a un’ironica (?) interpretazione dell’opulenza. D’altro canto, nella terra di Napoleone Bonaparte, come potrebbe essere diverso? Stiamo parlando di un Re Sole e di una Maria Antonietta, non di un Robespierre che è rimasto a tagliar teste nei ghetti di cui nessuno vuole più parlare.

Eppure qualche arcano va svelato. Per spiegare la semantica di Apeshit si è scomodato persino lo storico dell’arte – nonché ex skater – Theodore Barrow. Il luminare statunitense ritiene che sia stata volontà della coppia inserire degli “eroi” di colore in un contesto di prestigio storico popolato da personaggi bianchi. Tema spinoso di questi tempi, in cui il revisionismo storico si muove spesso in senso unidirezionale. I monarchi del pop afroamericano contemporaneo dicono la loro attraverso il testo di un brano sincopato, rappato ma orecchiabile al punto giusto.

Reintegrare il buco nero della storia coloniale, restituendo ai neri il loro ruolo attraverso uno sfoggio di status-symbol da parte di chi è arrivato sul trono della scala sociale: ostentazione o emancipazione? L’intento è buono, tuttavia: la parodia del primato di fama e ricchezza in una società che premia sempre “pochi” rispetto al valore di “molti”.

The Carters 

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