It’s 1989 all over again.
Un video pubblicato quasi tre mesi fa che, finora, ha raggiunto appena cinquecento visualizzazioni scarse. Siamo alle soglie del segreto underground: parlare degli Shovel non è uno scoop assoluto, ma nemmeno un’usanza particolarmente diffusa (la stessa pagina Facebook della band non va oltre le mille “preferenze”).
Numeri freddi e comunque poco significativi, a fronte di un singolo scarno, scoppiettante e ruffiano come questo. Il duo dell’Arizona vive con disinvoltura nella propria bolla spazio-temporale dove, evidentemente, i gruppi più fighi del mondo sono i Mudhoney e le L7 (ridotti ai minimi termini sonori).
Il resto del mondo non si trova più nel 1989, ma una bella canzone rimane pur sempre una bella canzone – come abbiamo sempre detto.
Per approfondire il discorso, l’intero disco di debutto It’s Fun to Be a Nothing regge abbastanza bene la “lunga” – virgolette obbligatorie – distanza.
Siamo molto lontani dal capolavoro; tuttavia, ce n’è abbastanza per divertirsi nelle calde serate estive mentre mangiate l’anguria a fine pasto.
(non troppo fredda, mi raccomando)