La nuova ragazza triste di Laurel Canyon.
Lykke Li, cantautrice, compositrice e performer svedese, da una decina d’anni milita con dignità nel campionato delle voci dolenti femminili.
Nata come oscura pop-sensation, e immotivatamente accostata a Lorde, ha fluttuato, attraverso i suoi tre album, in vari anfratti della contemporaneità. Al suo attivo pochi successi massicci, ma un discreto consenso di timbro coachelliano (ricordiamo la monster-hit I Follow Rivers, di cinque anni fa, e il freakkettonissimo Wings of Love, pubblicato con il suo progetto parallelo LIV.).
Il suo quarto album fresco di uscita, So Sad So Sexy (non c’è descrizione più calzante per lei), abbraccia ritmiche e moduli più attinenti alla trap e al suono spezzettato del nuovo R&B. Hard Rain è la traccia d’apertura; prodotta da Rostam Batmanglij dei Vampire Weekend, gravita tra beat trappeschi e sfumature di R&B che vanno dalle TLC a Drake. E poi pause, sospensioni e intrecci di voci vocoderate.
Articolato ma efficace.
Lykke Li è abituata a curare la sua musica a 360°, motivo per cui, il più delle volte, si fa i video da sola. Dentro c’è sempre lei che bacia dolentemente qualcuno, o litiga con qualcuno, o balla di fronte a qualcuno.
Quello che di lei non tutti percepiscono è il suo contributo a quella nuova onda artistica che ha resuscitato Laurel Canyon. Forse perché lei, a Laurel, ci vive insieme al compagno, Jeff Bhasker, stimato produttore e padre di sua figlia. Ha pure fondato una distilleria di liquori a base di mescalina, inaugurata da un party così fico da meritarsi paginate su Vogue.
Dove una volta c’erano Crosby Stills Nash Young e Joni Mitchell, ora ci sono lei, Father John Misty e Jonathan Wilson.
(Joni, però, il drink alla mescalina lo gradirebbe)