Tutti i personaggi in gioco e qualche indizio: non resta che unire i puntini. #JOYASANACTOFRESISTENCE
Per una volta, procediamo in maniera schematica e tiriamo le fila del discorso a partire da un elenco di “facts & figures”.
Gli Idles sono coloro che, poco più di un anno fa, hanno saputo trasformare quello che era stato uno stile architettonico, prima, e una moda nel web design, poi, in un disco.
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Joe Talbot è il cantante degli Idles, ma prima ancora di sapere chi è, ci tiene a specificare chi non è: «Non sono Bob Dylan. Non scrivo storie: c’ho provato, ma faccio veramente schifo a raccontare le cose. Sono bravo con roba breve di una riga. Ho un talento naturale nel farti sentire un coglione dicendo mezza parola dopo che tu hai blaterato per cinque minuti buoni. Ecco cosa so fare.»
Pochi fronzoli e, se servono, gesti eclatanti, insomma. Tipo omaggiare la madre morta disperdendo le sue ceneri (“facendole pressare”, credo sia il termine tecnico, ma la cosa avrebbe perso tutta la sua poesia punk), dentro le poche copie di un’edizione limitatissima in vinile da 100g del disco di cui sopra.
Perché gli Idles sono così: coerentemente scomposti, tragicomicamente incazzati, grottescamente brutali, appunto.
Will Hooper è uno che ha un debole – oltre che un occhio del tutto personale – per un certo tipo di comicità surreale. Stempera i casini nei colori pastello di un dipinto di Michaël Borremans e sdrammatizza il concetto di “far fronte alle avversità della vita” riportandolo con i piedi per terra, ben piantato nelle metafore di una quotidianità irreale: potare la siepe, stirare i panni, rifare il letto, risolvere il cruciverba che era stamani sul giornale… responsabilità il cui peso schiacciante rischia di sopraffarti ogni giorno.
Colossus è il nuovo singolo degli Idles: arriva insieme a un video diretto da Will Hooper, dove Joe Talbot ci mette – nel vero senso della parola – la faccia e dovrebbe far parte del secondo album della band di Bristol, che bolle in pentola ormai da un po’ di mesi, ma fino poco fa non aveva né un titolo, né una copertina, né una data di uscita.
#JOYASANACTOFRESISTANCE, invece, è un hashtag: un po’ confuso e difficile da pronunciare come uno scioglilingua, ma rigorosamente tutto maiuscolo, ovvero urlato in faccia senza prendere scorciatoie, in pieno stile Idles.
Ecco.
Se avete avuto la brillante idea di tenerlo d’occhio negli ultimi tempi, giusto ieri avete scoperto dove (e quando) andremo a parare.