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Young Signorino: Mmh Ha Ha Ha
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Il vuoto che spiazza.

Recentemente mi trovavo a tavola a disquisir di musica contemporanea con un’amica e il suo figlio quattordicenne. Il ragazzino, mediamente disinteressato alle conversazioni di noi matùsa, ha avuto un sussulto di sorpresa con tanto di emissione di “gasp” al mio pronunciare questo nome: Young Signorino.

(c’è da dire che il ragazzino in questione non si beve tutte le sfumature della trap. Anzi, la trap tende a schifarla un po’, perché a lui piace il gangsta rap americano duro e puro degli anni ‘90).

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Il ragazzino, a sua volta incredulo nel trovare terreno fertile per una conversazione, mi legge un’intervista che Young Signorino ha rilasciato a una nota ex rivista di musica dal direttore ballerino; lo diverte il fatto che dica di ispirarsi a Ludovico Einaudi, che suo padre sia Satana in persona e che la “dolce droga” di cui parla in uno dei suoi singoli sia in realtà “la verdura che tenevo in mano”.

In pratica, il ragazzino apprezza Young Signorino perché prende per il culo tutti, e per il suo elevato quoziente di assurdità.

Ma Young Signorino – nome d’arte di Paolo Caputo di Cesena – ha diciannove anni, surfa tra un’overdose di psicofarmaci e l’altra, è padre di una bambina di due anni e butta giù rime che hanno un tema preponderante: la droga. Che novità, direte voi. Ma qui lo si fa con una certa ossessione, tralasciando anche dei punti fermi assodati: niente rime spezzate come Achille Lauro, niente grandeur di Sferaebbasta, niente quartiere come RKomi, e quasi niente autotune.

Qui, i versi – termine quanto mai adatto – sono ridotti all’osso. In apparenza, non c’è “tecnica”: c’è un caso. Ma quanta autenticità, e quanta strada («Se vuoi un kilo vieni ammè»).

Limitarsi a dire “Young Signorino è un cretino” è riduttivo, così come lo è affermare che arriva solo “se sei strafatto a merda” (commento gettonato a margine dei suoi video); è un metro di giudizio che rispecchia solo in parte il milione di visualizzazioni che ha avuto con il suo più recente singolo, Mhh Ha Ha Ha, traguardo di cui lui si fregia con i Carabinieri durante un controllo.

È un pezzo spiazzante, non bisogna negarlo. Io onestamente l’ho ricevuto con entusiasmo, anche perché mi ricorda Eins Zwei Polizei.

In questo gran dibattito post-Concertone del Primo Maggio, in cui si è aperta una volta per tutte la grande voragine tra chi accetta la nuova musica e chi no, uno come Young Signorino alza l’asticella della provocazione. Perché sembra uscito da una comune punk di Bologna del 1978 e fa quel che la sua mente complessa gli dice di fare: il vuoto assoluto.

Capire quel vuoto, non è obbligatorio. Ma fregiarsi di non capirlo è inutile.

Young Signorino 

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