New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Arctic Monkeys : Four out of Five
Alex Turner se ne frega dei vostri giudizi

Arctic Monkeys
Four out of Five

“No chitarre” equivale a “No Arctic Monkeys”? Naaaa.

“Oddio, ma gli Arctic Monkeys sono senza chitarre! Peggio: sono senza canzoni!”: questo è il ritornello che gira in rete a proposito del nuovo disco del quartetto di Sheffield. Sono critiche sensate? La prima, forse (anche se le chitarre ci sono; meno, ma ci sono); la seconda, proviamo a valutarla con questo singolo.

Una cosa da dire subito: gli Arctic Monkeys sono un gruppo sopravvalutato. Attenzione: non parliamo di qualità della musica, ma di status. Gli affezionati del rock, visto il sorpasso nell’immaginario giovanile da parte di hip hop e R’n’B, contavano su di loro per far vedere quanto “la musica con chitarre fosse meglio”. Ma a chi scrive pare che a questi musicisti non interessi affatto diventare simboli di una guerra tra nicchie: lo status è una cosa, ma loro puntano semplicemente a suonare, comporre, andare avanti senza il chiacchiericcio esterno.

E questo li rende non solo musicisti davvero indipendenti, ma artisti di una certa caratura. La gente voleva più chitarre, loro hanno fatto quel che volevano. Che piaccia o meno, scelta rispettabile: stimoli nuovi per non morire nella stagnazione.

Nella lotta per far tornare il rock alla sua origine (il corpo, il sesso), le Scimmie recuperano uno stile in cui mischiano glam e crooning: vintage in tutto e per tutto, ma profondamente personale e votato al sensuale. In Four out of Five la batteria mixata così “avanti” e accompagnata dall’organo crea un incontro tra lo spaziale del testo e il corporeo del canto di Turner e del coro. L’immaginario di un hotel lunare in cui rilassarsi è il futuro/quasi presente che, chi lo sa, dovremmo magari vivere come nel verso «Take it easy for a little while».

Quel ritornello perfetto che è Bowie qui ed ora, ma più postmoderno ancora. E Alex Turner pare il cantante più verboso del pop: come se volesse riempire di dettagli ogni anfratto del brano. Come se avesse paura di annoiare – ma noi non ci annoiamo affatto.

Arctic Monkeys 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 3 persone!