Così nero che più nero non si può.
“Fantastic Negrito is black roots music for everyone, Blues with a punk attitude from Oakland, California”, recita il suo sito ufficiale. E siamo già a buon punto.
Ma sentite questa (non c’è ancora da nessuna parte, l’abbiamo appena inventata): “Plastic Hamburgers è la canzone che Tom Morello tenta invano di scrivere da quasi vent’anni – diciamo da dopo The Battle Of Los Angeles dei Rage Against The Machine – e cui men che meno si è avvicinato con i brani scolastici dei Prophets Of Rage”.
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Fantastic Negrito è questo (il blues funky e muscolare che gronda groove da tutte le parti), ma non solo.
Cinquantenne, Xavier Amin Dphrepaulezz ha una bella e complicata storia personale da raccontare: una di quelle che “solo in America”, dove povertà, vita di strada, droghe, crimine, arte, religione, felicità e disperazione s’intrecciano senza soluzione di continuità.
In mezzo, negli anni ’90, persino una parentesi con l’ex management di Prince – il suo idolo musicale – e un disco-meteora pubblicato da una major a nome Xavier. E pure tre settimane in coma dopo un incidente stradale.
La lunga rincorsa al successo di Fantastic Negrito è culminata nel 2016 con un gran bel disco più o meno “autobiografico”, The Last Days Of Oakland, e nei prossimi mesi rischia di superarsi ulteriormente con il nuovo album Please Don’t Be Dead.
Sempre che Xavier non ne combini una delle sue: il lieto fine è tutt’altro che scontato e, in fondo, il bello è proprio questo.