Il peso massimo dei Gnarls Barkley esce con un pezzo cucinato con farina bianca gluten-free.
Meglio conosciuto come il peso massimo del duo Gnarls Barkley, insieme al produttore Danger Mouse, CeeLo Green non è “smooth” come la sua musica.
“Mr. Fuck You” ha avuto un’adolescenza turbolenta (si è descritto come cleptomane e piromane), dovuta anche al fatto di aver perso entrambi i genitori entro i diciotto anni. Si salvò grazie ai Goodie Mob, una crue hip hop capace di partorire un groove accattivante accompagnato da rime “conscious”, com’era di moda agli inizi degli anni ‘90 ad Atlanta.
Da lì al “vaffa” successivo del suo terzo lavoro solista intercorsero almeno tre lustri, e la metamorfosi perpetrata da Thomas DeCarlo Callaway – un nome da “pimp”, ma tant’è – è la stessa di un genere che ha iniziato dal basso a cristallizzare istanze sociali per poi diluirsi in un pop levigato intarsiato da cifre a tanti zeri. Come gli ancora più famosi “fratelli” Jay Z e Kanye West, “he made it”, ma a differenza loro (principi dei tabloid con esistenze miliardarie e patinate, mogli famose e figli sbattuti sulle copertine di mezzo mondo), il pluripremiato cantante, produttore e attore georgiano conserva ancora la vita incasinata del ghetto e il suo nuovo pezzo pone l’accento sui lati d’ombra del successo.
Dopo il suo ultimo episodio solista risalente a tre anni fa, ecco allora Brick Road (Cookin’ Up), che vede il nostro uomo piuttosto giù di corda: «Sono abbattuto ma risorgo, le lame del rasoio definiscono le linee della vita e ora sto fissando un piatto vuoto», canticchia. In fondo le sue vicende esistenziali, ottime per il pedigree di un crooner afro-americano della sua stazza – accuse di violenza sessuale, detenzione ed uso di stupefacenti ecc. – devono averlo segnato a tal punto da paragonare la sua vita artistica a quella di uno spacciatore.
Danger Mouse è al suo fianco anche questa volta, pista dopo pista, e la polvere bianca che troneggia sulla copertina di Brick Road la dice lunga sull’attitudine del duo. Sniffare la vita aiuta a cucinare buona musica? Ad ascoltare il brano in questione si direbbe proprio di sì.