Il miglior gruppo pop italiano che non avete mai visto a Sanremo.
Pur cantato in inglese, il pop elegante e ricercato degli Spiritual Front possiede anche un certo carattere italiano. O meglio, forse, mediterraneo. Non è tanto una questione di influenze più o meno evidenti e della loro somma matematica, quanto di mero gusto compositivo, di atmosfere, di “umori” (eh).
Nonostante una carriera ultradecennale, almeno un’opera memorabile – Armageddon Gigolò del 2006 – e una discografia stilisticamente variegata ma qualitativamente omogenea, nel nostro paese il gruppo di Roma rimane un culto per fan e appassionati. Quasi un controsenso.
Al di là dei gusti personali, ciò dovrebbe farci riflettere sul perenne provincialismo che affligge il panorama artistico e culturale italiano, dove nel 2018 furoreggiano ancora mestieranti privi di talento ma con la giusta tessera politica, gruppi rock fintamente alternativi ma biecamente conservatori e giovani terzomondisti senza una causa.
Pazienza. Gli Spiritual Front continuano a comporre musica come dio comanda e a “confezionarla” in modo professionale, sotto tutti i punti di vista, coltivando un’estetica sensuale e un poco sarcastica al tempo stesso.
A fine marzo uscirà il nuovo album Amor Braque: ascoltatelo, sempre che non siate troppo impegnati a raccogliere firme per la causa del Burmini.