La verità è la fuori, sotto forma di rock’n’roll.
L’attore David Duchovny è associato principalmente a tre personaggi che ha portato sul piccolo schermo: l’agente Fox Mulder di X-Files, quel puttaniere di Hank Moody di Californication e il transgender Denise Bryson di Twin Peaks.
Il musicista David Duchovny è invece pressoché sconosciuto alla massa. Un peccato, perché tre anni fa ha debuttato col riuscito Hell Or Highwater (nessuna parentela con il film di David Mackenzie; se ve lo siete persi, recuperatelo), cui fa seguito il nuovo Every Third Thought, pubblicato giusto la settimana scorsa.
Un disco ispirato a icone come Tom Petty, The Band o, per restare sul contemporaneo, a gruppi come Wilco o Wallflowers; insomma, per intenderci, il caro, vecchio rock’n’roll a stelle e strisce. Una prova lampante è Someone Else’s Girl, che in meno di un minuto s’insinua subito nella testa dell’ascoltatore con il suo ritornello che più “catchy” non si può: «But she’s someone else’s girl, la dee da da, someone else’s girl, somehow she is someone else’s girl, but I wish she was my woman now».
Intendiamoci: non stiamo parlando dell’erede di Marlon Brando né tanto meno di un novello Warren Zevon, ma è curioso che Duchovny nel 2018 risulti più convincente dietro a un microfono che non negli ormai logori panni di Fox Mulder nella nuova stagione di X-Files, dove intrattiene – si fa per dire – i telespettatori con lunghi monologhi interiori manco fosse Il giovane Holden.