Don’t forget the struggle, don’t forget the streets.
Quindici anni di fiera attività indipendente sono valsi ai Talco una discreta fama europea, specie in Spagna e in Germania (e in particolare ad Amburgo o, meglio ancora, nell’Amburgo “ribelle” del quartiere St. Pauli e della relativa squadra di calcio, cui hanno dedicato l’omonimo inno).
C’è almeno un paio di motivi precisi che giustificano il culto underground dei ragazzi di Marghera: sono bravi – riff azzeccati, fiati arrembanti e ritornelli vincenti, spesso esaltati da un ritmo che ti porta via – e hanno le idee molto chiare a livello artistico e soprattutto politico – apertamente schierati a sinistra, ma di certo non quella dei cadreghini e dei salotti buoni italiani.
La Verità anticipa il nuovo album And The Winner Isn’t: qui la loro punkchanka è immersa fino al collo in quello ska core che negli anni ’90 faceva sfracelli. Come riflesso condizionato, anche se non vi piace l‘“aria” dei centri sociali, potreste ritrovarvi a battere il piedino di nascosto.
La controcultura rock è stata quasi del tutto anestetizzata, ormai, ma i Talco sono ancora in prima linea per difenderne il senso e il valore. Se gradite, supportateli in modo attivo o perlomeno assicuratevi che non facciano la fine dei soldati fantasma giapponesi.