Dancing with tears in my eyes.
Qualche mese fa Phil e Paul Hartnoll sono tornati con l’adrenalina dentro l’anima: il loro classico testosterone ritmico che si mischia alle lacrime. Si dice che, per la pubblicazione, i due selezionino solamente pezzi “commoventi”, infatti.
Dopo scioglimenti e ritorni, dopo il bellissimo Wonky del 2012 che ne aveva aggiornato la lezione, eccoli di nuovo in pista con cinque minuti e venticinque secondi di una dance in bilico tra tamarro e visionario, moderno e nostalgico.
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Questo è il singolo che anticipa un nuovo album (di cui ancora non si conosce né titolo, né data di uscita). Tastieroni, cingolati ma danzanti beat a sfondare il ritmo, inserti acidi gentili (contraddizione in termini?): ne viene fuori un numero che non anticipa il futuro, ma – per citare Nino Frassica – che bello che bello!
Sexy dove ti aspetteresti un cazzotto, languido dove dovrebbe esserci una fredda macchina, Copenaghen segue la scia tracciata dai fratelli alcuni anni fa. E vale la pena seguirli, sempre.