New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Jason Becker: Hold on to Love
Siete già commossi?

Potrebbe essere uno schifo ma non importa. E non lo è.

Jason Becker scese dal trottolone del rock’n’roll nel 1991, subito dopo aver registrato A Little Ain’t Enough di David Lee Roth, terzo disco solista dell’allora ex Van Halen. Poi si mise a letto e attese la fine perché gli era stata diagnosticata la SLA e non è che ci fosse altro da fare. Perse l’uso del suo intero corpo e della voce. Addio chitarra, addio vita.

Anzi, no.

Con la testa Jason ci stava ancora, alla grande. E questo era il dramma all’interno del dramma, forse. Più in là Gary Becker – il padre, eroe assoluto di questa storia, come ogni bravo papà dovrebbe sempre tentare di essere – codificò un sistema di comunicazione, partendo dal movimento degli occhi del figlio. E un amico produttore, altro eroe, Mike Bemesderfer, ideò un programma informatico che, nel tempo, ha permesso a Jason di comporre ancora la sua musica.

Arriviamo a oggi. Non è questo, intitolato giustamente Triumphant Hearts, il primo album che Jason ha inciso nelle condizioni di cui sopra. Ma è il primo che arriva dopo una pausa di dieci anni. C’è una sfilza di ospiti – Steve Vai, Jeff Loomis e un pullman pieno così di altri chitarristi più o meno virtuosi – ed è stato realizzato con l’aiuto del produttore Dan Alvarez e del cantante Codany Holiday.

Il primo “singolo”, Hold on to My Heart, si basa su un dialogo possibile tra Jason e se stesso e tra Jason e i suoi amici. Le domande sono quelle che ci rivolgiamo anche noi, che non abbiamo una perenne condizione di impotenza generalizzata. Becker accompagna il brano con questa dichiarazione magnanima: «È la mia storia e, in un certo senso, quella di tutti».

Un par de ciufoli, Jas: la tua storia non è come la nostra. E ti siamo molto grati per avere tuttora il desiderio e la forza di raccontarcela.

Jason Becker 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 1 persone!