New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

...Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Vent’anni e sul passaporto e venticinque sulle spalle.

È tutto perfetto.

Potrei fermarmi qui, ma mi rendo conto che non è abbastanza.

Questa è una canzone che le ha centrate tutte. Nella melodia, nell’immaginario che evoca, nell’appeal radiofonico e, non ultimo, nel video. È un vero peccato che nessuna radio italiana la passerà mai, ma questo è un ginepraio che qui non interessa.

È curioso, innanzitutto, sapere che questo pezzo ha avuto una genesi non studiata; questi tre ragazzi di New York, poco più che ventenni, l’hanno strimpellata un paio di volte in sala prove, ed era fatta. Non c’erano mail dall’ufficio tecnico di Spotify, a dettare le leggi di un perfetto ritornello, perché il ritornello non c’è. Anzi: a dirla tutta, pensandoci bene, c’è solo il ritornello.

La rullatina iniziale di batteria accende la spia “Dreams dei Fleetwood Mac”, e già si comincia bene. Ma è un istante brevissimo, perché poi è subito 1992; il pezzo sguazza beato in quel dream-psych-pop con le chitarrine languide e le voci flebili, quello dei Sundays o dei Lush, per intenderci. Ma anche in quel cantautorato acustico che quest’anno ha trovato nella coppia Kurt Weil/Courtney Barnett una rinascita.

La vocina – che dal vivo stenta un poco, c’è da dire – ha un nome e un cognome: Julia Cumming. Con lei , che suona anche il basso, ci sono il chitarrista Nick Kivlen, che ricorda in modo sconcertante un giovanissimo Bob Dylan, e il batterista Jacob (!) Faber.

Una somiglianza che calza a pennello con il video che ci racconta di un party degli anni ‘70, in un locale brutto, con la band sul palco, la gente che flirta e la riscossa finale della ragazza con cui non vuole ballare nessuno.

È tutto perfetto.

Sunflower Bean 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 1 persone!