Quando il brano migliore di un disco è stato composto 17 anni prima
Le notizie di agenzia riportano freddamente che One More Light Live uscirà il 15 dicembre, domani, e conterrà sedici brani tratti dall’ultimo tour – ultimo in senso cronologico, e chissà se anche assoluto – organizzato in supporto a One More Light, settimo disco da studio dei Linkin Park. A rendere tutto un po’ più caldo, c’è la scelta della Warner di pubblicare come singolo apripista la versione live di Crawling: che è sì uno dei singoloni del disco di esordio Hybrid Theory, ma che qui compare in versione intimista solo piano (Mike Shinoda) e voce (Chester Bennington).
Ora, sarebbe piuttosto facile fare del sarcasmo, non fosse per il suicidio di Bennington occorso a luglio di quest’anno. Si sarebbe potuto dire che One More Light è un disco talmente mediocre che uno dei brani migliori della versione live è in realtà un singolo del 2000. Si sarebbe potuto nicchiare sulla scelta abusata di rifare un buon pezzo rock in chiave acustica. O dire che Chester – che nel video stringe mani, accarezza guance e bacia paterno sul capo i fan adoranti della prima fila – sembra una via di mezzo tra un guru religioso e la versione compassionevole di Frank Underwood a un comizio politico.
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Tutto vero. Ma la cronaca ci costringe ad andare oltre lo snobismo automatico che scatta tra i sedicenti estimatori colti di musica (o di musica colta) quando si parla della band californiana.
La realtà è che i Linkin Park sono stati probabilmente l’ultimo (in senso cronologico sicuramente, speriamo non assoluto) grande gruppo rock da stadio: e un concerto in uno stadio è un evento del tutto particolare, in cui non c’è semplicemente una band sul palco e il suo pubblico sotto; è piuttosto la celebrazione di un rito collettivo con centinaia di migliaia di officianti. Ed è proprio a forza di numeri, se non sempre di canzoni, che i Linkin Park si sono conquistati di diritto la loro mezza pagina nel libro della storia del rock: perché vendeteli voi sessanta milioni di dischi, di cui una trentina con il solo album di esordio!
Ecco che allora tutto diviene coerente: un vecchio brano di successo che cambia pelle, Chester Bennington che flirta col suo pubblico, un’intera arena che canta all’unisono “I’ve felt this way before / so insecure”. Se vedendo il video non vi emozionate, siete senza cuore (e Babbo Natale non vi porterà manco un regalo).