Nuovi traguardi per il 2018: organizzare feste anche solo per passare gli Hookworms.
È altamente probabile che non abbiate mai sentito parlare di questi ragazzi; ed è un vero peccato. Ma fortunatamente avete tutto il 2018 per adorarli: perché questo, che ci arriva tra capo e collo a fine anno, è solo un assaggio.
Gli Hookworms sono cinque, inglesi, e nel 2018 pubblicheranno il loro terzo lavoro, Microshift. Un album accompagnato da una sfiga imperitura, visto che lo studio di registrazione – il Suburban Home Studio di Leeds, che è anche la dimora del loro cantante – è stato travolto da un’alluvione nel bel mezzo delle sessioni.
Fino a ieri parlavamo di una band veloce e lisergica, anche un po’ devota allo space rock. Un gruppo trainato da una voce, quella di MJ (che sta per “Matthew Johnson”: si fan tutti chiamare con le iniziali dei nomi), capace di emettere ululati distorti, più che cantati.
Il nuovo singolo, Negative Space, fin dai primi secondi ci racconta una storia diversa. Quando parte il synth-programming, la sensazione è che ci sia stato un errore di trascrizione titolo/artista. Ma poi entra la voce di MJ, entra tutto il resto, il pezzo esplode e gli occhi si spalancano.
Una sassata contro un vetro scuro, da cui finalmente filtra un fascio di luce. Non è successo nulla: semplicemente, c’è stata una conversione alla dance elettronica. Non una novità, di questi tempi; è come se il gene degli LCD Soundsystem si fosse moltiplicato all’infinito, possedendo a casaccio ex indie band. Ma, in questo caso, la virata è una gran bella sorpresa, perché gli Hookworms non perdono il loro centro, fatto di velocità e anima punk.
Una nuova identità, questa, che richiama molto quella dei colleghi Friendly Fires; con cui, a questo punto, si spera di vederli in tour.
Ora, Matthew Johnson – o MJ – può finalmente … “cantare”.