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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Spoon: Do I Have to Talk You Into It
“Puoi mettermi gli occhi di Nicole Kidman? Mi servirebbe per il prima possibile”

Spoon
Do I Have to Talk You Into It

Comunque c’è un mio amico che te lo fa in cinque minuti, con Paint.

In tempi come questi, così infoiati nella raccolta di big data, andare a fare le pulci al proprio pubblico con sondaggi generici per capire come è composto… può portare a scoprire cose che avresti preferito non sapere.

Immagino sia esattamente quello che è successo agli Spoon, che magari si aspettavano dei risultati che chiamassero in causa studentelli indie alle prese con gli esami di matematica o quarantenni nostalgici della fine dei 90’s ancora in cerca di un lavoro. E invece: «We did the research, and it turns out 80% of our fan base is composed of graphic designers».

Naturale conseguenza della cosa, l’idea di gratificarli con un omaggio che scimmiotta i peggiori tutorial di Photoshop mai girati nei forum a tema “Adobe Creative Suite”.

Ecco quindi il nuovo singolo Do I Have to Talk You Into It, dove Britt Daniels viene ridotto (letteralmente) a pelle e ossa, cancellato e riportato in vita, liquefatto in un lupo della steppa e sottomesso a tutta una serie di altre barbarie grafiche, ognuna comunque riconducibile alla stessa, retorica domanda esistenziale: perché girare un video ad alto budget quando puoi sfruttare quella comoda funzionalità che la società moderna ci ha messo a disposizione e che va sotto il nome di “screen capture”?.

Per poi riportare tutta questa operazione virtuale sul piano di un realismo spicciolo (molto più in linea con il tono stranamente incazzato del testo), inutile dire che finisce male. Ovvero come sempre, nella vita, le poche volte che stai facendo un ottimo lavoro: ti dimentichi di salvare.

Spoon Britt Daniels 

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