Deep house for the masses.
George Fitzgerald è un DJ e produttore inglese, nato e cresciuto nell’area di Watford. Muove i primi passi in una Londra in cui o ti piace la drum&bass o ti piace la garage. Lui, ancora minorenne, va nei locali con un ID taroccato, e l’apparecchio ai denti. Un tipo da sbarco, in mezzo a gente vestita bene.
Commesso in un negozio di dischi – Black Market Records – nei primi duemila, dopo il trasferimento a Berlino Fitzgerald viene annesso alla scuderia di Will Saul (rispettatissimo produttore, nonché fondatore della AUS Music e capo A&R della !K7).
I suoi primi lavori – incluso Fading Love del 2015, primo album effettivo – sono di chiara matrice deep house. Non ha cambiato strada, ma recentemente ha scelto di abbracciare produzioni non necessariamente destinate alla pista da ballo.
Burns (etichetta Domino) doveva essere solo un esperimento di sampling vocale che poi, col tempo, si è evoluto in un inno, persino celebrato da BBC Radio One nella categoria “Hottest Record In The World”.
Pensateci: un pezzo deep house, senza cantato, in alta rotazione sulla radio di Stato: un episodio non ripetibile nelle radio italiane. Quando c’è odore di house music, qui non si va oltre David Guetta o Calvin Harris.