Noel, Paul, Ricky: trova l’intruso.
Prima che internet perdesse l’innocenza (ammesso di averla mai avuta, essendo nata in ambiente militare come sistema di difesa e controspionaggio), potevate insultare i fratelli Gallagher solamente fra voi e voi o, al massimo, in compagnia degli amichetti. Certo, ora c’è molto più gusto: sfottendoli via-Facebook o Twitter, state senza dubbio lasciando un segno nel dibattito culturale contemporaneo.
Veramente straordinario è il fatto che, in apparenza, a loro non freghi una mazza. Non gliene fregava prima, non gliene fregherà mai. Perché, spocchiosi, arroganti e maledettamente sicuri di se stessi, Noel Thomas David e William John Paul lo sono sempre stati. Parliamo di gente che tifava con foga e orgoglio il Manchester City anche quando militava nella terza serie nazionale, laddove ora la stessa squadra compone l’asse del male elitario del calcio europeo – tanto per rimanere in ambito di cose serie.
Poi ci sono i dischi e i concerti. E così, senza andare a toccare gli Oasis a quasi dieci anni dal loro scioglimento, decretiamo che i Beady Eye di Liam erano intrappolati in una bolla di prevedibilità buona per le radio ruocheruolll e gli spot pubblicitari (in attesa di ascoltare bene il suo fresco debutto solista As You Were), mentre gli High Flying Birds hanno una marcia in più.
Perlomeno, questo pezzo ce l’ha sicuramente: ricorda She Bangs di Ricky Martin, sostiene qualcuno, e sarà anche vero. Però suona bene, ospita pure Paul Weller all’organo, celebra gli anni d’oro di Top Of The Pops e diverte un sacco.
Avranno tanti difetti, ‘sti Gallagher, ma almeno sanno fare bene il proprio lavoro. Nel caso di Noel, innanzitutto, comporre belle canzoni (pur rubacchiando qua e là).