Morrissey: dietro liceo, davanti museo.
Non so dire quale sia stato il giorno in cui Moz ha smesso di essere solo arrogante per diventare irricevibile. In cui ha smesso di essere, per me, un’incantevole sfinge generazionale, sì spocchiosa ma capace di ridersi addosso, e soprattutto di ribaltare un’intera generazione, sbatacchiandola tra la depressione e l’euforia e sculacciandola sul patio.
Perché è ormai certo: Morrissey si è trasformato in un astioso e intollerante signore di mezza età, che pesta cacche a più riprese sui più sensibili temi legati al genere, al colore della pelle, alle “fake news”, e tutto ciò per cui la società contemporanea si cruccia.
↦ Leggi anche:
Morrissey: Love Is on Its Way Out
Johnny Marr: Night and Day
Forse quel giorno era venerdì 17 aprile 2009, quando, disgustato dai fumi emanati da un barbecue, abbandonava il palco del Coachella, proclamando: «Sento odore di carne che brucia, spero sia umana». D’altra parte, la salamella a un festival è come la birra analcolica nel reparto bevande. Ci sta che la trovi.
O forse il tracollo è arrivato lo scorso luglio, quando dichiarava guerra all’Italia che l’aveva fermato mentre sfrecciava contromano in Via del Corso, su una grossa auto che non guidava lui. E dire che a Roma si trovava, e non per la prima volta, per registrare un disco.
Ma ecco che l’artista riluttante e prossimo al luddismo si palesa su Twitter, con un cinguettio sibillino: “Spent the day in bed…”.
È il titolo del suo nuovo singolo.
Un pezzo la cui semplicità può far traballare ulteriormente la sua “fanbase” di lungo corso, già provata da tutto quel che abbiamo detto e che ancora non si è rassegnata all’abbandono di Alain Whyte, suo storico co-autore, cacciato nel 2012.
Attorcigliandosi su organetti barocchi e chitarre molleggiate, Spent… manda un messaggio molto chiaro: stai a letto tutto il giorno, smetti con la tua mesta vita da pendolare e sottoposto («No Bus, No Boss, No Rain, No Train» potrebbe essere una lettera di dimissioni). Ma soprattutto, stai lontano dalle news, che ti fan sentire “piccolo e solo”.
L’album Low In High School, in uscita il 17 novembre, fa tremare i polsi già dalla tracklist. Sarà il manifesto definitivo del Signor Distruggere.
(ora apro il cassetto, prendo la mia canotta di Years Of Refusal, e ci faccio su una salsiccia)