Gnash e l’hip hop che, forse, non t’aspetti.
Superlit è un pezzo estivo (anche se fuori tempo massimo), allegro, disimpegnato: un motivetto surf-pop su cui Gnash rappa senza troppi virtuosismi. Detto così sembra non ci siano grandi motivi per cui soffermarvicisi. Ah! Incauti!
Numero uno: Gnash è una figura ibrida e non comune: non è un vero rapper, è un autore pop che non può esimersi da flirtare con l’hip hop perché ha ventitré anni, è nato nell’emisfero occidentale e siamo nel 2017. Però rimane un autore pop. La sua fonte di ispirazione principale, dice, sono i Death Cab For Cuties.
Numero due: è americano, viene dai ghetti di Los Angeles, fa hip hop e avrebbe tutta la credibilità per rimare (anche lui) pesante su droga, soldi e sesso. E invece no. Vi ho già detto quella cosa dei Death Cab For Cuties?
Numero tre: Superlit è tratta da un EP che si intitola Us. Probabilmente non sa nemmeno chi sia Peter Gabriel – ma metti che invece sia una sorta di omaggio? Chissà. Ok, questo non è un motivo solidissimo. E allora vai col…
… numero quattro: Gnash ama i “featuring” (sempre per il discorso di cui sopra: ventitré anni, siamo nel 2017, ecc.), ma ha promesso che, a questo proposito, non intende ripetersi. Quindi niente più Olivia O’Brien, la bellissima e legnosissima co-autrice di I Hate I Love U – tormentone multi-platinato il cui alto livello di tormentosità in Italia è stato addirittura sancito dalla partecipazione dei due a Che Tempo Che Fa.
Ecco: uno che rinuncia a ripetere le stesse collaborazioni nonostante il successo raggiunto, e cerca di andare oltre, ci fa immediatamente simpatia.