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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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SDH: Blackened Spoon
Attenti a quei due

Punk rock acidissimo e pressoché estraneo a qualsiasi logica commerciale. Vero punk, insomma.

Gli SDH fanno punk attraverso almeno due livelli di lettura. Il primo, quello che salta subito all’orecchio, è evidenziato da un suono acido, frastornante e caratterizzato da una minacciosa e insistita coltre di “rumore” (che non cela del tutto un gusto melodico interessante, tuttavia).

Il secondo, meno immediato ma altrettanto rilevante, è legato al fatto che il duo rietino è quasi completamente avulso alle logiche commerciali della discografia. Si autoproduce (via-Sham Foundation), non suona dal vivo e la sua presenza online ufficiale è ridotta al minimo indispensabile.

Elitari? Non crediamo. Elusivi e irriverenti, forse sì. Nel dubbio, gli SDH prestano grande attenzione alla grafica. Vedi la bella copertina dell’ultimo album Rough Hunger, realizzata da Ilaria “Ila Pop” Novelli: a noi vecchi metallari anni ‘90 ha ricordato quelle dei Cathedral; a voi – che avete studiato arte e girate il mondo per mostre – farà giustamente venire in mente un’opera di Hieronymus Bosch in esplicita chiave erotico-Disneyana (!).

SDH 

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