Se nella stessa frase troviamo il nome di Stewart Copeland e il termine “supergruppo”, non possiamo fare a meno di prendere appunti.
I supergruppi! Unioni pastose tra supereroi venerati dai popoli come magistri del loro istrumento, in un’era in cui regnavano i virtuosi e ogni band poteva sfoggiare un artigiano che spiccava e scatenava discussioni favolose su: chi era il chitarrista più veloce, quale il tastierista più fantasmagorico, che bassista poteva trainare un convoglio in salita, con quale batterista si sarebbero risvegliati i defunti?
Dai fasti di Cream ed Emerson, Lake & Palmer ai bagliori 80’s degli Asia, e prima che le reunion diventassero l’ossessione collettiva, vi fu un tempo in cui – come in una sorta di fantacalcio musicale – le genti si dilettavano nell’immaginare formazioni di “Avengers” invincibili, anche se poi il risultato di certe unioni di ego presumibilmente incontenibili su disco si rivelavano roboanti quanto delle quiete strimpellate tra vecchi, straordinari gentiluomini (Traveling Wilburys).
Oggi, si sa, la musica la fanno i macchinari – e poi, nel mondo dei “featuring” passa quasi inosservato persino un brano inciso da Kanye, Rihanna e Paul McCartney. Eppure i supergruppi nascono ancora, dai Them Crooked Vultures a qualsiasi cosa faccia Tony Levin dopo colazione.
Per esempio, i Gizmodrome sorti per iniziativa di Stewart Copeland, che insieme a Mark King, Adrian Belew e Vittorio Cosma unisce The Police, Level 42, King Crimson ed Elio e le Storie Tese (e in questi due ultimi casi, la band di riferimento è onestamente una limitazione di comodo).
Copeland e Cosma stavano gingillandosi in studio a Milano, quando il primo ha pensato di allargare le acrobazie agli altri due fenomeni. Il primo risultato è questo brano, dal quale s’intuisce l’immancabile approdo progressive di un’operazione del genere. Ma i veri problemi per ora sembrano due.
Il primo è che sarebbe bello che qualcuno cantasse veramente (e dire che, se la voce di Belew non è per tutti, quella di King volava nelle classifiche). La seconda è che si rimane un po’ come davanti a quelle partite di calcio benefiche in cui vengono invitati assi che, pur intendendosi sui fondamentali, non sono mai stati una squadra. A settembre uscirà l’album: vedremo se i Gizmodrome lo saranno diventati.