Non chiamatelo “Mr. Grime”, please: potrebbe saltargli la mosca al naso.
Quasi tre lustri fa, quando il termine “grime” per i più non significava altro che “sporcizia”, Dylan Kwabena Mills – alias Dizzee Rascal – sfornava a soli diciannove anni Boy In Da Corner: un compendio di hip hop rudimentale che sviscerava la nuova scena underground londinese, restituendole quel beat compulsivo che sarebbe poi diventato il tratto saliente del genere grime, appunto, ora molto di moda.
Quindi Mr. Rascal (anche MC e produttore), se dello stile non fu l’inventore, ne fu certamente un catalizzatore: aprì il ventre della scena black indipendente inglese, ingravidato da sfiziose commistioni, e sdoganò una sonorità che avrebbe poi acquisito forme e strutture ancor più delineate.
↦ Leggi anche:
Dizzee Rascal: Body Loose
Space anticipa il suo prossimo lavoro Raskit ed è un crescendo di tensione monocorde, in cui le parole di Dizzee vengono sparate come una critica feroce al sistema.
«Non riesco a trovare abbastanza tempo per cenare con tutti questi rapper, tutti questi MC sono come “tapas”. Babylon mi chiama ma nessuno mi inganna. Non “rotolo” con le masse, non sono timido e non sono passivo, avete qualcosa da ridire?». Veramente no: meglio stare zitti, sturarsi le orecchie e ascoltare.