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Death From Above: Freeze Me
Versione juventina

Quanto ci faranno aspettare i Death From Above per il nuovo album? Si accettano scommesse, ascoltando compiaciuti il loro nuovo singolo.

2004: nel mio lettore CD portatile – a quei tempi un accrocco da portare al collo, manco fossi stato Flavor Flav… – entrano per la prima volta i Death From Above 1979 e, da quel momento, qualcosa cambia radicalmente. «Fammi capire: questi sono solo in due e fanno TUTTO ‘STO CASINO?», chiedeva attonito il mio vicino di casa. «Ma soprattutto, quello è un basso o una chitarra?».

Era un basso: suonato come una chitarra e ultra-filtrato, certo, ma pur sempre quattro corde rimanevano. Quella manciata di canzoni, suonate come se avessero il diavolo ai garretti, bastarono per fare entrare Jesse F. Keeler e Sebastien Grainger nel mio cuore di ex teenager di provincia.

Avanzamento rapido al 2017 e arriviamo a Freeze Me, nuovo capitolo del duo di Toronto. Prima cosa che salta all’orecchio: Grainger suona e, soprattutto, canta molto bene.

C’è più pop, più melodia; gli anni passano per tutti e i DFA pare che abbiano messo la testa a posto. Il “tiro” è sempre quello, ma la produzione – e tutto ciò che c’è dietro – ha fatto fare un balzo importante ai canadesi. Meno punk ma non meno affamati: ecco.

Pensate: hanno addirittura fatto pace con James Murphy, chiarendo finalmente dopo quasi tre lustri la faccenda legata all’omonimia tra loro e l’etichetta del signor LCD Soundsystem (la DFA, appunto). Perdendo ufficialmente il suffisso “1979”, tuttavia.

I due dicono che stanno lavorando al disco nuovo – l’ultimo, che sancì il ritorno, è del 2014 – e che non faranno passare altri dieci anni per renderlo disponibile. Speriamo bene.

Death From Above 

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