Mischiano shoegaze e industrial e sono tra i pionieri dell’alternative hip hop. Gente che dà ancora un senso compiuto al termine “underground”.
Partiamo da un semplice e inequivocabile assunto: i Dälek – si legge “die-a-leck”; faccio il figo, ma l’ho appena scoperto su Wikipedia… – sono dei pazzi. E quale etichetta può pubblicare materiale così incendiario e pericoloso? La Ipecac Recordings di Mike Patton e Greg Werckman, naturalmente.
Dimenticate le produzioni iper-patinate della costa ovest degli Stati Uniti; i Dälek sono fieramente del New Jersey e in Echoes Of… si sente, eccome: rime caustiche incastrate su chitarre shoegaze e su batterie quasi industrial, colonna sonora ideale del disagio suburbano (o di una puntata de I Soprano).
Attivi dal 1998 e pionieri insieme ai Cannibal Ox dell’alternative hip hop (senza di loro forse non esisterebbero né clipping., né Shabazz Palaces, oggi), i Dälek sono già dei monumenti underground da venerare con ossequio – ma soprattutto hanno ancora qualcosa di importante da dire.