Ci sono tanti modi per cantare la fine di un amore: il cantautore toscano scelto ha scelto il migliore, probabilmente, tra ritmi caraibici e ironia amara.
Ci sono tanti modi per cantare la fine di una storia d’amore: il 98,7% di essi sono pallosi, tristi e deprimenti. Il cantautore pistoiese finisce dritto dritto nell’1,3%, col singolo che precede la pubblicazione del terzo album Ferro E Carbone.
«Ho voluto raccontare la storia di un malcapitato che prova a riprendere in mano la propria vita dopo una burrascosa vicenda sentimentale. Ne è venuto fuori un brano caraibico, dove un trombone a coulisse commenta gli accadimenti del nostro», sostiene Mazzoni. E proprio il contrasto fra la levità dei suoni e l’amarezza delle parole, pur mitigata dall’umorismo, dona alla canzone il brio di una filastrocca ironica (simpatico anche il lyric-video cartoonesco di Chiara Carnovale).
Ci sono tanti modi per declinare il livore al maschile: la maggior parte di essi sono fini a se stessi o patetici, se non peggio. È Una Magia, invece, sublima il risentimento nel modo forse più urbano ed efficace possibile: «Perché osservando il tuo rigore dal profondo del mio cuore / Io non provo più dolore ma una sana giusta e onesta antipatia».