Brillante lezione di heavy metal tradizionale nel 2017, con la benedizione di Marty Friedman: come diceva il dottor Frederick Frankenstein, «Si - può - fare!».
Lo chiamano supergruppo. Ok, i Traveling Wilburys erano composti da gente un po’ più famosa, ma i Mutoid Man sono una chicca per i frequentatori di un certo underground rumoroso degli ultimi vent’anni. Formato da Steve Brodsky dei Cave In (tempo fa una major provò vanamente a far di loro i nuovi Foo Fighters), Ben Koller dei Converge e degli All Pigs Must Die e Nick Cageao, il trio pubblicherà a giugno il nuovo album War Moans.
In genere collocati da qualche parte fra hardcore evoluto anni ’90 e rock “fuori di testa” (?!), stavolta gli americani sono alle prese con una colata di metallo incandescente della vecchia scuola. Non a caso si fanno aiutare dal virtuoso Marty Friedman, ex chitarrista dei più fortunati Megadeth.
Il risultato finale rasenta la perfezione e vien da chiedersi: è davvero così difficile fare dell’heavy metal come dio comanda, oggi? No? Allora come mai band pur famose come i Five Finger Death Punch possono solamente sognare riff e melodie così intriganti? E quanto pagheremmo affinché gli Iron Maiden – ebbene sì – se ne uscissero ancora con pezzi così veloci e trascinanti, al posto delle ormai consuete nenie dai cinque minuti in su?