Il ballerino più improbabile del synth-pop è tornato
I Future Islands sono in giro da un bel po’, ma è innegabile che il loro sdoganamento presso il grande pubblico sia arrivato solo dopo l’esibizione al David Letterman Show, dove Samuel T. Herring – fisico a metà strada tra il commesso di un Blockbuster e Glenn Danzig – ha dominato letteralmente la scena, ipnotizzando platea in studio e migliaia di utenti con il suo mix di balletti e “growl”.
Tre anni esatti dopo quell’exploit, la band di Baltimora torna con Cave e sembra che non sia passato nemmeno un secondo dalla pubblicazione di Singles. Un bene? Dalla qualità del brano si direbbe proprio di sì: basso pulsante, voce sinuosa, batteria “krautica” e le solite tastiere-marchio di fabbrica.
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«Questa canzone parla di un disperato bisogno di “mollare” i propri ideali e le proprie opinioni», ha annunciato Herring dal palco del SXSW di Austin, prima di suonarla per la prima volta. Noi, anche un po’ intimoriti dalla sua mole, ci vogliamo fidare, facendoci contagiare dal suo movimento pelvico così sgraziato ma stramaledettamente sinuoso.
Sei diventato un sex symbol, nonostante calvizie e pancetta: caro Samuel, grazie.