Tra malinconia e sarcasmo, Tunonna canta l’inno generazionale di una generazione che, forse, nemmeno esiste più: voce, chitarra acustica e bottiglia di birra da 66 cl.
Tunonna, alias Silvia Sicks, è un nome già noto da anni ai frequentatori dell’underground hardcore-punk e metal di Roma e dintorni. Ora è arrivato il debutto ufficiale per la ÙA Records, etichetta che a ogni uscita abbina l’opera di un fumettista/illustratore: nel caso di Buono troviamo il noto Zerocalcare, ma anche la stessa Sicks è una talentuosa illustratrice.
Voce e chitarra acustica scarne ma graffianti, Tunonna racconta una serie di storielle quotidiane – a volte spensierate, spesso agrodolci, quasi sempre spiritose e surreali – chiaramente ambientate nella Capitale, ma in cui è facile e bello ritrovarsi a prescindere dalla geografia.
Sarebbe opportuno il termine “cantautorato moderno”, se non evocasse l’immagine di tanti, troppi sfigati di successo della canzone popolare italiana; diciamo che qui ci si prende molto meno sul serio, senza però rinunciare alla qualità compositiva.
Ricco di malinconia, umorismo e citazioni colte (Nara Stabocchi!), A Caccia Di Peroni è un buffo e grazioso inno generazionale per una generazione che, forse, nemmeno esiste più. Ma che non rinuncia a una melodia vincente, un sorriso cinico e una bottiglia da 66 del “bangla”.