La morte se la ride beffarda nell’ombra del nuovo album degli Afghan Whigs, ma Greg Dulli afferra il demone per le corna e ne stempera la maledizione.
La vita è un gioco d’azzardo e, spesso, scompagina le carte proprio quando si pensa di avere in pugno il poker d’assi. Invece ci si ritrova tra le dite il due di picche e bisogna imparare a tastare l’amaro gusto della sconfitta, che è la scommessa iniziale capovolta.
Demon In Profile afferra il demone per le corna e ne stempera la maledizione, tramite un crescendo vocale che culmina in un solenne acme elettrico. La morte se la ride beffarda nell’ombra del nuovo album degli Afghan Whigs, In Spades, ma Greg Dulli non è un neofita nello sfidarla, neppure ora che la nera signora ha toccato il chitarrista Dave Rosser (cui è stato diagnosticato un tumore inoperabile).
L’arte divinatoria della musica ricuce la speranza anche quando il destino è baro, e la salvezza pare iscritta unicamente nei contorni obliqui di una canzone.