«Sette sfigati che mangiano snack, guardano ‘Colombo’ e compongono musica»: beh, se il risultato finale sono le mirabilia strumentali degli L.A. Takedown, ne valeva davvero la pena.
Qui lo diciamo e qui lo neghiamo: la musica rock strumentale – o meglio, “un certo tipo di” – fa tendenza. Il dubbio era già lecito lo scorso anno con i brillanti S U R V I V E; ora gli L.A. Takedown ribadiscono il concetto con la prima traccia del nuovo album (per la cronaca, il debutto del 2015 consisteva di un’unica suite di quaranta minuti).
Tra virtuosismi chitarristici, synth pop e sonorità da vecchia colonna sonora di John Carpenter, il progetto guidato da Aaron M. Olson – da lui stesso definito come «sette sfigati che mangiano snack, guardano ‘Colombo’ e compongono musica»– fa viaggiare in modo surreale, avventuroso e a tratti sublime. Utile, in tal senso, la visione del relativo videoclip (che potrebbe essere scambiato per il trailer di una nuova serie televisiva dei Fratelli Coen, a uno sguardo distratto).
Qualcuno al di là dell’Oceano Atlantico ha definito la proposta di questa singolare formazione come “Baywatch krautrock”: un ossimoro che rende bene l’idea, se tollerate l’immagine di David Hasselhoff che jamma con i Tangerine Dream.