Il vecchio Ice T sente profumo di scontro frontale in America e mobilita i Body Count per agitare ulteriormente le acque.
Il vecchio Ice T sente profumo di scontro frontale in America e come nel 1992, quando con George Bush (senior) presidente pubblicò Cop Killer, mobilita i Body Count per agitare le acque. “Black Lives Matter”, dicono i leader della protesta contro le violenze dello stato contro i neri. “All Lives Matter”, rilanciano altri: annacquando il messaggio, secondo il rapper. Che taglia corto: No Lives Matter.
In un appello all’unità popolare e multirazziale contro il potere, Mr. Marrow spiega: «In the eyes of the law, black skin has always stood for poor / When it comes to the poor, no lives matter». Il metallone anni ‘90 in sottofondo non è molto cambiato rispetto agli anni d’oro della band, ma quello che risulta strano, spiazzante, affascinante ed emblematico insieme è che il brano sia così spezzettato da parlati che non sono rap, ma quasi “spoken word”, un po’ come se il rap (… che è il rap. Ricordate? La CNN del ghetto) non fosse più sufficiente a veicolare la comunicazione politica.
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Chissà se vale per tutto il genere o solo per questo sessantenne che lo fa da sempre.