Sampha rimane un outsider della “sua” stessa scena, innamorato dell’autentico cuore del soul: un ritorno alla semplicità e alla sostanza della canzone.
Sampha ha collaborato con nomi mainstream della musica nera come Drake, Kanye West, Frank Ocean e Solange, eppure rimane quasi un outsider della scena – innamorato com’è non delle solite produzioni laccate, ma del cuore del soul (solo pianoforte e voce). Qualche dubbio? Ecco questo pezzo cantautorale, che risuona come uno spiritual dedicato allo strumento che solitamente lo accompagna.
«Nessuno mi conosce come il piano», sussurra tra cori gospel; spiacenti signorine, con lui la solita esibizione di “bling bling” non attacca. Il musicista di Morden dà speranza che il sud di Londra – dove i fratelli maggiori contaminavano dub, elettronica, reggae, hip hop e garage – possa partorire musicisti giovani di tale spessore. È come se, dopo l’ubriacatura del grime, si sentisse il bisogno di un ritorno alla semplicità e alla sostanza della canzone.
Auguriamo a Sampha lo stesso destino luminoso di John Legend: anche lui iniziò a scrivere per altri e poi riuscì a brillare unicamente di luce propria, proponendo un R&B classico e legato alla tradizione.