Cerchiamo di capire se il bicchiere dei Depeche Mode è mezzo vuoto o mezzo pieno.
Ci sono casi in cui adottare una posizione di professionale distacco non porta a nulla di utile. Quindi, giochiamocela apertamente tra fan e cerchiamo di capire se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno.
Mezzopienismo 1. Il singolo non è in nessun modo facile e accattivante. Dura cinque minuti e va in direzione opposta a quella del pop contemporaneo. Anche quello che si abbevera ai Depeche Mode. Loro ci sono già stati.
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Mezzovuotismo 1. Forse non è che si rifiutano di essere “catchy” e cantabili. Forse non ci riescono più. Probabilmente l’ultimo tentativo di scrivere una specie di inno è stato Wrong.
Mezzopienismo 2. Di politica hanno sempre parlato a intervalli regolari, quindi non c’è da stupirsi più di tanto di un pezzo come questo, anche se è uno dei più espliciti. E probabilmente la delusione non va letta guardando all’America e a Trump, ma alla nativa e sempre più babbiona Britannia. Dove di voci rabbiose negli ultimi anni se ne sono levate pochine.
Mezzovuotismo 2. Sarà anche uno sfogo, ma che sfogo moscio, privo della gagliardìa ritmica dei loro brani epocali. Che gli manca da un po’ – da John The Revelator, di otto anni fa.
Mezzopienismo 3. Okay, però al bando la Policy of Truth, si era detto che era un discorso tra fan, quindi in nome di Faith and Devotion la questione è presto risolta: meglio questi Depeche Mode che niente Depeche Mode.
Mezzovuotismo 3. Va bene, ma sembra uno scarto di Exciter. Speriamo che Spirit, l’album in uscita a fine marzo, sia meglio.
Mezzopienismo 4. Ma sì, comunque quello che importa è il tour.
Mezzovuoto 4. Già: alla fine la sola cosa che preme a tutti quanti, purtroppo, è il tour.