Il nuovo pezzo di Clap! Clap! rilegge in chiave afrofuturista e genuina un certo modo di fare elettronica tutta downtempo e hipsterona, con ottimi risultati.
L’ascesa di Cristiano Crisci ai vertici dell’elettronica mondiale è stata lenta ma costante. Accantonato il progetto-gag Digi G’Alessio (nome a parte, decisamente inadatto a sostenere la prova del tempo — tutto blog house e droppettoni, come se il 2012 non fosse mai finito) e sviluppata una sana passione per l’afrofuturismo, Crisci si è rinominato Clap! Clap! e ha firmato un ottimo album d’esordio per Black Acre, affermandosi come uno dei nomi più esportabili dell’elettronica nostrana e arrivando a collaborare addirittura con Paul Simon.
Hope, assieme al duo svizzero-ghanese OY, è il terzo estratto dal suo nuovo lavoro e marca una svolta stilistica: meno palesemente in debito con il Sahara, le foreste e le savane, più vicino a una rilettura etnicheggiante della downtempo hipsterona alla Flume. E chiunque riesca a far sembrare autentico “quel” modo di fare elettronica, si merita un bel pollicione alzato.