Ryan Taylor sa confezionare quel genere di canzoni che ti riconciliano con il concetto di alternative pop rock. Oppure non ti riconciliano con nessun concetto, ma semplicemente si fanno ascoltare che è una bellezza.
È una storia complicata. C’è lui, c’è il fratello, formano una band alt rock che si chiama KO KO, poi qualcuno fa loro causa perché potrebbe anche darsi che quello non sia il nome più originale della Terra. I due, che all’anagrafe fanno Ryan e Taylor Lawhon, si ribattezzano quindi Pacific Air, fanno un EP e una manciata di singoli, e diamine!, la critica è positiva, cominciano pure a fare qualche tour, ma poi uno dei due decide che vuole coltivare altre strade, o il suo io, o anche solo le azalee nel giardino della nonna. Insomma: niente più Pacific Air, la coppia scoppia. Allora i Lawhon dimezzati come un visconte qualsiasi - è rimasto solo Ryan - ripartono da zero. Ecco, Mating Ritual è il progetto solista del fratello che è rimasto, e che ora snocciola singoli su internet suggerendo che, insomma, se la critica era positiva con i Pacific Air, probabilmente gran parte del merito era suo. E che ora come allora sa confezionare queste canzoncine pop rock squisite, con la sua voce nasale che ricorda un po’ quella di Charles Costa in arte King Charles, e che sa porre quel genere di domande che, se sei alla terza birra, potrebbero anche commuoverti irrimediabilmente. Domande come «Yeah it sucks getting old but how you gonna stop it?». Già, come?