L’identità sessuale giocata sulla pista da ballo: da Portland, la cantante e produttrice ci spiega che le sofferenze d’amore sono uguali per tutti. È l’ultimo dell’anno: balliamo.
Questa alchimista sonora viene da Portland ed è nata per sgretolare ogni stereotipo di genere, musicale e sessuale. Si autodefinisce come una queer female che è passata attraverso un travagliato processo di auto-accettazione. I canoni rigidi dell’identità diventano fluidi come la sua musica che mescola beat elettronici, soul e cantautorato con un occhio sempre aperto alla sperimentazione. Pour Down parla d’amore, come la maggior parte dei testi di Natasha Kmeto: «Ho capito che non potrò mai essere il tuo uomo, le parole escono sorde e cieche nel tuo cercare senza trovare», eternando le sofferenze del cuore al di là di ogni possibile definizione.